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discriminazione razziale, Peggy McIntosh, privilegio bianco, razzismo interiorizzato, Unpacking the Invisible Backpack, white privilege
Come promesso nel precedente post, vi propongo la lista stilata dalla dott.ssa Peggy McIntosh all’interno del suo saggio sul privilegio bianco intitolato “White Privilege: Unpacking the Invisible Backpack” (1989).
Essa è composta da 26 condizioni individuate dalla McIntosh che rappresentano alcuni dei quotidiani effetti positivi derivanti dal colore della sua pelle e dall’appartenenza al gruppo culturalmente predominante nella società americana.
Alcuni vantaggi si riferiscono a situazioni maggiormente frequenti nella realtà statunitense ma, con un po’ di elasticità, possono essere perfettamente riadattati alla realtà nostrana. Inoltre, dobbiamo tenere conto dell’epoca in cui sono stati pensati, perché fortunatamente, nell’ultimo ventennio, qualche piccolo miglioramento è stato fatto.
Nel suo saggio, la McIntosh sottolinea il fatto che la scelta delle condizioni menzionate tenga conto principalmente dei vantaggi ottenuti in relazione al colore della pelle, trascurando volutamente alcune variabili come la classe sociale, la religione, le origini etniche o la posizione geografica, le quali, tuttavia, risultano essere strettamente interconnesse e ugualmente rilevanti in termini di discriminazione.
Ho pensato di fornirvi una traduzione dei punti citati dalla McIntosh aggiungendo una piccola riflessione personale che, in qualche modo, possa offrirvi anche un’altra prospettiva (in cui credo possano identificarsi molti neri), che costituisce il punto di vista diametralmente opposto: