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appartenenza, calcio, identità, mondiali di calcio, nazionale francese, nazionalità, società multietnica
Ammetto di non essere un’amante del calcio e di non aver seguito molto questi mondiali, ma confesso anche che è stata l’unica cosa dopo un bel po’ di tempo ad avermi spinto a condividere qualche riflessione, perché negli ultimi mesi il mio interesse per il dibattito italiano, decisamente rabbioso e violento, è proprio caduto ai suoi minimi storici.
Innanzitutto rimpiango che l’Italia non si sia qualificata perché una sua partecipazione ai Mondiali ci avrebbe risparmiato un sacco di uscite mediocri e di reazioni scomposte da parte di ampie fasce della popolazione italiana in questa bella estate calcistica. Mi riferisco al fatto che molti di coloro che passano buona parte del loro tempo a seguire la squadra del cuore, in questo caso gli Azzurri, a sfogare le proprie frustrazioni contro le tifoserie avversarie, a litigare al baretto sulla legittimità di un fallo o di un fuorigioco, o a inveire contro l’arbitro venduto di turno, quest’estate non hanno avuto una ceppa da fare e si sono riconvertiti in urlatori da tastiera. Continua a leggere