Qualche anno fa avrei attribuito gli atteggiamenti di alcuni all’ignoranza, mi sarei detta che in fondo certe persone parlano di cose che non conoscono e le avrei invitate a seguirmi qui, in Costa d’Avorio, per qualche mese, giusto per mostrare loro come vivono le persone che fuggono alla ricerca di una vita migliore.
Oggi, dopo anni che vivo in questo paese penso che l’ignoranza sia una bella scusa e che la spiegazione risieda in un’assenza completa di empatia, in un’avarizia senza scrupoli e in un’abbondante senso di superiorità, gli unici veri elementi che accomunano la cultura dei nostri paesi europei, molto più delle radici cattoliche, dell’euro e del trattato di Schengen.
Mi riferisco a tutte quelle persone che, in maniera sempre più diretta, negano la libertà di alcuni a fuggire da violenze e miserie, sminuendo il peso delle loro sofferenze, e giudicano quelle vite indegne di condividere con loro luoghi e momenti, come se il tempo e lo spazio fossero un privilegio esclusivo nelle mani di chi vive nel benessere.