Dopo un’estate caldissima, in cui il termometro del razzismo e dell’intolleranza ha raggiunto temperature infuocate, a dimostrazione di come alcune ideologie non solo non siano state sradicate, ma anzi riemergano con una violenza inaudita sotto gli ombrelloni, nei resort, ai centri estivi e per le strade, ho deciso di fare un po’ il punto della situazione. Non credo sia utile concentrarci troppo sui vari episodi che si sono susseguiti negli ultimi mesi, anche perché ho l’impressione che pur volendo nessuno di noi abbia potuto sfuggire al bombardamento mediatico che ne è scaturito.
Quello che mi piacerebbe fare con voi è soprattutto analizzare le nostre responsabilità, ossia soffermarmi sugli errori che credo siano stati commessi, non tanto da chi ha pepetrato tali discriminazioni, quanto piuttosto da chi avrebbe dovuto fare in modo di contenerle e combatterle. Perché se da un lato è vero che la scena politica e i media si stanno impegnando con tutte le loro forze ad alimentare un clima generale di odio e frustrazione nei confronti della diverità, dall’altro lo è ancora di più il fatto che noi antirazzisti, individualmente o riuniti in associazioni, non siamo stati in grado di arginare questa deriva. Continua a leggere