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700, aprire le frontiere, Lampedusa, liberazione, Migranti, morti in mare, naufragio, resistenza, rifugiati
Leggendo di quest’ultima tragedia in mare, il mio cuore si è stretto ed è diventato piccolo come la possibilità di giungere indenni, via mare, in Europa.
Molti di coloro che naufragano al largo delle nostre coste sono rifugiati, ma tra di loro ci anche sono tante altre persone che sognano di partire, magari per qualche anno, giusto il tempo di accumulare una bella somma di denaro che, al rientro, consentirà loro di realizzare progetti in grado di cambiare un destino fatto di povertà e miseria quotidiana. Purtroppo la realtà è molto diversa dalle aspettative e molto spesso noi dimentichiamo che anche loro hanno lo stesso diritto di chi scappa da una guerra di poter viaggiare e cercare altrove una vita migliore.
Si parla molto delle scelte politiche che sono alla base di questo genocidio, delle responsabilità istituzionali dei paesi di accoglienza, delle negligenze della comunità internazionale, quindi preferisco lasciare la penna a chi è molto più preparato di me su questi temi. Personalmente, vorrei soffermarmi sulle colpe che noi, come singoli cittadini, abbiamo rispetto al destino di queste vite infrante sulle onde: europei e africani insieme, ognuno a proprio modo. Continua a leggere